Quando l'avventura comincia già da casa - Dientes de Navarino
- Max Pergo
- 29 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Come alcuni di voi sapranno, sto pianificando una spedizione piccola ma impegnativa in uno dei luoghi più remoti del mondo: il trekking ai Dientes de Navarino.
A prescindere dal fatto che il trekking parta dal minuscolo villaggio di Puerto Williams, sull’isola Navarino in Cile, solo raggiungere il punto di partenza richiederà circa tre giorni di viaggio. Dovrò volare fino a Buenos Aires, cambiare aeroporto, prendere un volo interno per Ushuaia, e da lì imbarcarmi su una nave che attraversa il Canale di Beagle, fino a Puerto Williams.
Da lì inizierà il trekking: un anello di circa 45 km che si snoda tra lagune, passi montani e paesaggi da fine del mondo.La quota massima è di circa 900 metri, e quando vidi per la prima volta i numeri di questo itinerario, pensai sinceramente che fosse una passeggiata. Breve, gestibile… quasi una follia attraversare mezzo mondo per una distanza così ridotta.
In realtà, la difficoltà dei Dientes non sta nei chilometri o nel dislivello, ma nel contesto.Siamo sull’ultima isola abitata del Cile, con l’Antartide a circa 1.000 km (non 400, ma comunque vicinissima), esposti ai venti e al clima imprevedibile di queste latitudini estreme. La difficoltà tecnica del percorso è alta, e va affrontata con esperienza e preparazione.
I 4-5 giorni necessari per completare l’anello vanno affrontati in totale autonomia: niente segnale telefonico, e nemmeno quello satellitare è sempre garantito. Per questo è buona prassi segnalare il proprio itinerario ai Carabineros cileni, anche se non possono assicurare un intervento in caso di emergenza.
Pochi chilometri, certo. Ma qui si è veramente soli. Ed è per questo che ho voluto a tutti i costi procurarmi una mappa cartacea.
Personalmente, cerco sempre di stampare le mie mappe personalizzate su portali gratuiti come InkAtlas (ne parlerò in un futuro articolo).Ma quando possibile, preferisco ottenere mappe ufficiali, pensate appositamente per quel percorso.Oltre a offrire maggior dettaglio e affidabilità, le moderne mappe da trekking sono spesso realizzate in materiali resistenti all’acqua e agli strappi: praticamente indistruttibili.
In più, diciamocelo: aprire una mappa sul tavolo, guardare il percorso, osservare i punti acqua, i nomi, le curve di livello e provare a immaginare come sarà essere lì è già un assaggio dell’avventura.Ha un fascino senza tempo. Mi fa sentire un po’ Nathan Drake, o un cercatore di tesori in partenza.
Ah, e se anche voi siete affascinati dalle mappe ma avete difficoltà a usare le care e vecchie mappa e bussola, ho creato un ebook semplice e sintetico per apprendere le basi della cartografia!Lo trovate a questo link.
Avete già capito che per me il viaggio inizia dal momento in cui ho tra le mani la mappa della mia destinazione, anche se mi trovo ancora a casa.
C’era solo un problema: non riuscivo a trovare la mappa che mi serviva!
Ho cercato nel primo posto in cui l’uomo moderno cerca qualsiasi cosa: Amazon.
Inserisco “Dientes de Navarino” nella barra di ricerca…Il risultato? Una pagina vuota con scritto: “Hai bisogno di aiuto?”La mia risposta era ovviamente: “Sì!”, ma la soluzione non era lì.
Ho provato con le mappe National Geographic.Dopo tutto, se hanno coperto l’intero Pacific Crest Trail, magari avevano mappato anche l’isola Navarino.Niente da fare.
Poi sono passato al caro vecchio Google.Ho trovato blog, articoli, guide locali che pubblicizzavano attività sull’isola…Mi sembrava di essere vicino quando uno di questi portali mostrava una mappa consultabile online (tipo Google Maps), ma non era scaricabile.
Alla fine, come un assetato che vede un’oasi nel deserto… finalmente lo trovai:un sito francese chiamato Kanasaka.
Inizialmente pensai fosse una truffa.Perché un sito francese dovrebbe vendere solo mappe dell’isola Navarino? E perché solo in inglese e spagnolo, senza una parola di francese?Sospetto lecito.
Ma la mappa era perfetta:
realizzata in carta impermeabile e antistrappo
in scala 1:25.000 e 1:18.000
con tracce GPX allegate
curve di livello ogni 10 metri
punti acqua, punti tenda, aree di pesca, e anche i (pochi) rifugi segnalati
Era esattamente quello che cercavo.
Alla fine l’ho ordinata, incrociando le dita che non fosse una fregatura.È arrivata in pochi giorni, e appena l’ho aperta mi sono sentito già lì: tra i Dientes, con a nord l’ultimo centro abitato della civiltà umana, e a sud l’ultimo continente ancora inesplorato.
A volte l’avventura comincia molto prima dello zaino in spalla.Comincia quando cerchi informazioni per giorni, quando sogni un posto che ancora non hai visto, quando studi il percorso, immagini le difficoltà, e inizi a costruire la tua strada un dettaglio alla volta.
Che si tratti di una mappa, di un biglietto aereo o di un semplice pensiero…Il viaggio, spesso, comincia molto prima della partenza vera e propria.
E tu? Come cominciano le tue avventure?Hai mai avuto la sensazione di essere già lì, pur trovandoti ancora a casa?
Comments